Si stima che solo il 5% circa dell’oceano sia stato esplorato. La sua vastità, ma anche gli alti costi ai costi per noleggiare le attrezzature (navi e tecnologie per la raccolta di dati sul lungo periodo), hanno limitato l’attività dei ricercatori.
Però, per soddisfare la domanda di una popolazione mondiale in crescita, è sempre più necessario rivolgersi all’oceano e alle sue preziose risorse, non ultime quelle minerali. Gli abissi nascondono giacimenti di cobalto, rame e nichel, materie prime che potranno alimentare in futuro le batterie di un mondo che vuole ridurre le emissioni di carbonio, sostituendo i combustibili fossili.
Una gestione responsabile di questi beni comuni richiede la conoscenza di come l’oceano stia cambiando, che necessita l’acquisizione di una grande quantità di dati. Oggi le industrie possono collaborare con le Nazioni Unite nella raccolta di dati sugli oceani attraverso partnership e con la condivisione dei dati acquisiti.
La Decade of Ocean Science delle Nazioni Unite appena iniziata è fondamentale per la mappatura dell’oceano e un punto di svolta per un oceano sostenibile e produttivo entro il 2030. Qui trovi tutto il documento: https://d306pr3pise04h.cloudfront.net/docs/publications%2FGlobalGoals_Brochure_WEB.pdf
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