Un report scientifico presentato alla riunione annuale della Society for Integrative and Comparative Biology ha rivelato che a causa della diminuzione del pH dell’oceano, fortemente influenzato dal cambiamento climatico, alcuni organismi bioluminescenti potrebbero diventare più luminosi, mentre altri potrebbero essere influenzati negativamente e diminuire la loro emissione luminosa. L’abbassamento del pH negli oceani potrebbe avere effetti imprevedibili sulla capacità degli organismi di brillare e, se le emissioni di CO2 continuano a questi livelli, si prevede che il pH medio dell’oceano si abbasserebbe da 8.1 a 7.7 entro il 2100.
Per scoprire come la bioluminescenza potrebbe essere influenzata da tale diminuzione, il biologo Tom Iwanicki e i colleghi dell’Università delle Hawaii a Manoa hanno raccolto 49 studi sulla bioluminescenza di nove diversi phyla.Il team ha quindi analizzato i dati di quegli studi per vedere come la luminosità dei composti bioluminescenti delle creature variava a livelli di pH potrebbe diminuire da 8,1 a 7,7. Quando il pH scende, le sostanze chimiche bioluminescenti in alcune specie, come la lucciola marina (Vargula hilgendorfii), hanno modesti incrementi di circa il 20%, mentre alcune specie, come il calamaro lucciola (Watasenia scintillante), in realtà sembrano avere una diminuzione del 70% della loro emissione luminosa.
Una significativa alterazione della luminescenza in alcuni casi potrebbe portare a un vantaggio selettivo, come per la lucciola di mare, che utilizza scie luminose per attirare i compagni, ma per altre specie come il calamaro lucciola, una diminuzione della sua luminescenza potrebbe portare a diverse problematiche nelle sue tattiche di comunicazione.